Lo sappiamo. Ancora prima di andare dal nostro medico di famiglia per far vedere il risultato delle nostre analisi del sangue, lo sappiamo. Ci toccherà una lavata di testa (e speriamo basti), se c'è una stellina accanto al valore dei trigliceridi. Quella stella, infatti, purtroppo, non indica che siamo delle "star", ma una possibile problematica metabolica seria da affrontare e risolvere. La presenza di trigliceridi alti (ipertrigliceridemia) è un segnale di pericolo per la salute delle persone. Infatti, predispone allo sviluppo di malattie cardiovascolari, aterosclerosi e possibile pancreatite. Concentrazioni troppo alte di trigliceridi sono indicative di una salute non ottimale e di una maggiore suscettibilità allo sviluppo di malattie come l'infarto, le coronaropatie, l'angina pectoris, l'aterosclerosi, l'ictus ecc.

Il peso è al centro delle principali problematiche metaboliche. Si può prevenire l'insorgenza di molte patologie attraverso una buona educazione alimentare e la correzione di errati stili di vita. Quando, invece, alcuni sintomi e segnali di alterazioni metaboliche siano già presenti, è bene intervenire tempestivamente, perchè partendo dal controllo del proprio peso corporeo, si può fare molto per migliorare le proprie condizioni di salute.


Ma cosa sono i trigliceridi?

I trigliceridi sono una forma di grasso presente nel sangue. A differenza del colesterolo,questi rappresentano una fonte importante di energia. Essendo fonti energetiche i trigliceridi aumentano nell'organismo ogni volta che assumiamo più calorie di quante ne consumiamo. Una dieta squilibrata, contenente troppi cibi ricchi di grassi, carboidrati (zucchero, pane, pasta), alcol, fa aumentare in maniera importante i valori ematici di trigliceridi i quali sono spesso associati ad elevati valori di colesterolo LDL, bassi valori di colesterolo HDL e patologie metaboliche quali diabete e obesità. Per questo è importante tenere i valori dei trigliceridi sotto i 150 mg/dl. Il sovrappeso e l'obesità possono generare alterazioni metaboliche tali da favorire la produzione di trigliceridi da parte del fegato, contribuendo a mantenere una condizione di ipertrigliceridemia. Insomma, è un cane che si morde la coda, o meglio, una catena da spezzare. Per riportare i livelli nella norma e per prevenire eventuali alterazioni, si deve porre molta attenzione allo stile di vita e a tutta la gestione alimentare. Dieta adeguata, niente alcolici e attività fisica: ecco le prime misure per ridurre i triglicerdi troppo alti. Le linee guida dell'American Heart Association raccomandano il raggiungimento e il mantenimento di un peso adeguato, in particolare la riduzione della circonferenza vita. Attenzione! Anche fumare ed alcuni farmaci possono aumentare i trigliceridi: cortisone, estrogeni, alcuni diuretiuci, la pillola anticoncezionale fra gli altri.


E insomma che dobbiamo mangiare?

1) Attenzione alla qualità dei carboidrati che scegliete.

Particolare attenzione in caso di ipertrigliceridemia deve essere posta alla qualità e alla distribuzione dei carboidrati. Vi consigliamo innanzi tutto di portare sulle tavole quotidianamente cereali integrali e non raffinati e ridurre gli zuccheri semplici a favore di alimenti a basso indice glicemico.

2) Non lasciatevi sedurre dal marketing, che ha a cuore il proprio portafoglio, non il vostro corpo

Il fegato è, come abbiamo detto, il principale produttore di trigliceridi nell'organismo ed è stimolato a sintetizzarne di più se i livelli di zuccheri nel sangue sono troppo alti. In questo modo il fegato converte l'energia in eccesso in grassi di riserva con un relativo aumento dei livelli di trigliceridi nel sangue. Quando si mangiano, invece, solo carboidrati semplici, i livelli di zuccheri nel sangue aumentano velocemente con il conseguente intervento dell'insulina. Questo ormone stimola il fegato a produrre in quantità maggiore trigliceridi per occuparsi degli zuccheri in eccesso. Proprio per questo è fondamentale in assoluto l'utilizzo di cereali integrali, che contengono meno zuccheri, assorbiti più lentamente. Proprio per questo, se avete un eccesso di trigliceridi, lasciate perdere gli yogurt 0% di grassi, che, lo avrete capito da quanto appena detto, sono zucchero raffinato puro, quindi non fanno altro che aumentare il picco glicemico, la richiesta dell'insulina e il conseguente bilanciamento di trigliceridi prodotto dal fegato. Insomma, vi prendete un prodotto senza grassi, ma pieno di zuccheri che per essere digerito ha bisogno di una maggiore produzione di trigliceridi. Vi consigliamo, qualora vi prenda la voglia sfrenata di mangiarvi un dolce, di farlo voi stessi e di usare, con parsomonia, un po' di eritrolo. Da mettere al bando zuccheri sintetici, sostituti e simili che fanno peggio.

3) È raccomandato un buon apporto di fibra alimentare e del buon sano movimento.

Abituiamoci ad inserire nei pasti sempre delle ricche porzioni di verdura. Con trigliceridi elevati diventa davvero obbligatorio portare ogni giorno in tavola almeno 5 porzioni di frutta e verdura. Personalmente consiglio a tutti di cominciare il pasto con un'insalata condita con succo di limone o da un bouquet di verdure crude. Anche l'attività fisica è di grande importanza. Muoversi tutti i giorni è probabilmente la modalità più importante per mantenere i giusti livelli di grassi nel sangue a partire dai trigliceridi ma sopratutto per mantenere i giusti livelli di colesterolo e il corretto rapporto tra colesterolo totale e colesterolo HDL. Basta anche solo una camminata a passo svelto di 30-40 minuti tutti i giorni per avere già ottimi risultati. Camminare, nuotare, andare in bicicletta sono paragonabili, per alcuni studi, ad un supporto farmacologico, con il vantaggio di agire in maniera globale sul proprio stato di salute. Da pochi minuti al giorno, l'obiettivo è arrivare a inserire queste attività per almeno mezz'ora al giorno o per un'ora 3 volte la settimana

4) Dobbiamo eliminare i grassi dalla dieta?

Se è vero che la riduzione dell'assunzione di grassi saturi, come il burro e i grassi vegetali idrogenati, è indispensabile nel ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue, allo stesso modo è importante ricordare che alcuni grassi come gli oli vegetali e l'olio pesce e in generale i grassi polinsaturi possono rivelarsi davvero d'aiuto nella modulazione dei livelli di grassi nel sangue. Per il loro effetto ipotrigliceridemizzante va aumentato il consumo di alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi in particolare del tipo Omega 3, contenuti in semi oleosi (noci, nocciole, mandorle ecc.) e pesce (soprattutto azzurro). Riducete quanto più possibile i grassi saturi, ancor peggio se idrogenati, che molto spesso vanno a braccetto con zuccheri e farine ad alto indice glicemico.


Possiamo avere un "aiutino" naturale?

Certamente, anche se, lo diciamo sempre, gli integratori non vanno intesi com esostituto di una dieta sana e di uno stile di vita equilibrato.

Per prima cosa ci vogliono degli omega 3 e l'olio di pesce in perle. Un prodotto valido in uesti casi è anche il gluco che tende a per favorire il fisiologico equilibrio delle funzioni metaboliche di carboidrati e lipidi e delle difese dell'organismo. Il riso rosso fermentato, che principalmente viene usato per il colesterolo ossidato, risulta essere di aiuto anche con i trigliceridi.

Come fitopreparato, consigliamo Olivo. Il Gemmoderivato di olivo si prepara mediante la macerazione delle gemme in soluzione idroalcolica alla 1 DH. Agisce sul metabolismo lipidico abbassando i trigliceridi e il colesterolo totale. Se ne assumono 40-50 gocce due volte al giorno in poca acqua, 10-15 minuti prima dei pasti principali. Un altro fitopreparato interessante a questo scopo é il rosmarino in gemmoderivato, nonché il ginepro per le qualità digestive, diuretiche, antisettiche ed anche ipoglicemiche.

Ci sono anche degli oligoelementi che possono risultare di aiuto. Magnesio-Cobalto (1 fiala 3 volte a settimana, a digiuno), zolfo (1 fiala 5 minuti dopo il magnesio cobalto)e zinco-Nichel-cobalto (zinco nichel cobalto (1 fiala 3 volte a settimana a digiuno).

Infine ci sono degli integratori di fibre o enzimi che possono aiutarvi, quali per esempio il maxicol, le fibre del mais.

Da non perdere mai di vista i probiotici. In questo caso, consigliamo xantonet senza dubbio.

Fra le tisane da diluire ne suggeriamo una che possa aiutarvi a ritrovare la forma fisica.

In alimentazione, vi consigliamo di usare, quato più spesso possibile i semi di canapa, l'olio di canapa, la crusca di avena, i semi misti che sono ricchi di omega3, e fra i cereali integrali, senza esitazione, vi consigliamo l'avena, il miglio, la segale.

 

Una tisana che vi consigliamo per aiutare il fegato comprende:

  • Cardo Mariano per le sue proprietà epatoprotettive.
  • Carciofo aiutano a eliminare le tossine e favoriscono la diuresi.
  • Opuntia il cui compito principale è di sottrarre i lipidi dall'assorbimento intestinale, diminuendo così l'apporto eccessivo di calorie, causa primaria dell'aumento del peso.
  • Betulla per le sue proprietà diuretiche, coleretiche, diaforetiche, depurative.
  • Bardana che fra le tante proprietà, ha anche una spiccata azione ipolipemizzante, riducendo l'assorbimento a livello intestinale del colesterolo e dei lipidi.
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